Il linguaggio e le azioni di genere: intervista ad Enza Miceli
Per la Giornata dell’8 marzo il direttivo dell’associazione ha deciso di regalarvi un momento di riflessione sul tema della parità di genere, perchè c’é ancora tanta strada da fare, da parte degli uomini e delle donne del nostro tempo. Buona lettura
D: In occasione della Giornata della Donna che si terrà l’8 marzo, sono diverse le iniziative al femminile, il cui spirito è spesso contraddittorio rispetto ad una data che dovrebbe essere commemorativa. Qual è lo scoglio più grande nel lavoro di promozione della parità di genere. Nel nostro territorio quali sono stati gli ostacoli più grandi rispetto alle pratiche di educazione a questa parità?
R: L’8 marzo è una data per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto e sono ancora, in tutte le parti del mondo.
Purtroppo nel tempo questa data ha perso il significato iniziale ed è diventata una “festa”, anche piuttosto triste se la si guarda bene. L’idea che sia una giornata dove alle donne sia CONCESSO quello che normalmente non lo è, la dice lunga su quanta strada bisogna fare ancora in temi di diritti e parità tra i generi. Lavorando sul campo posso affermare che lo scoglio più grande è la cultura patriarcale in cui viviamo, quella per cui, appunto, si considera ancora la donna a un gradino inferiore rispetto all’uomo.
L’aspetto più dilaniante, per me, è verificare che spesso manca la consapevolezza anche a noi donne e che sovente siamo complici di questo immobilismo e regressione.
D: Parliamo di prevenzione, anche nei mezzi di informazione, di fronte ai casi di violenza sulle donne ma tanti sono gli ostacoli nella considerazione di questo problema. A meno che non siamo di fronte ad una violenza fisica reiterata, troviamo tanti casi di donne che subiscono una violenza quotidiana, nella propria realtà domestica, subendo passivamente comportamenti, private di libertà di scelta e di gestione della vita familiare. Per far uscire fuori queste realtà cosa devono fare gli attori sociali del territorio?
R: Eh, la questione è molto complessa. A mio avviso quello che bisogna fare è tantissima informazione e formazione su tutti i fronti, a partire dalle scuole fino ad arrivare nei piani alti, nei luoghi decisionali. Avere come schemi interpretativi una serie di stereotipi di genere purtroppo può portare a delle conseguenze dolorosissime sulle esistenze, ognun* di noi dovrebbe fare un percorso di decostruzione, una postura sbagliata rispetto alla violenza, il non saper decifrare determinati segnali crea sofferenza inutile.
D: Si lamenta spesso che quando si parla di violenza si tende a trovarsi tra le solite persone a discutere senza vedere azioni concrete sul territorio. Partendo dal presupposto che il linguaggio veste le nostre azioni, i nostri territori locali, nelle loro piccole realtà sociali e associative, che strumenti dovrebbero mettere in campo per fare rete con i Centri antiviolenza e per promuovere la parità di genere?
R: Sicuramente organizzare insieme delle occasioni di incontro in cui si parla della questione in maniera approfondita. Bisogna essere vigili, in questo momento storico siamo di fronte a un imbarbarimento del linguaggio e delle azioni, non possiamo permetterci di restare immobili, significherebbe essere complici di un arretramento culturale che non porterebbe nulla di buono.
D: Conosci Soniboni ormai da quando è nata e collabori attivamente nel progetto de IL CERCHIO DELLE DONNE, partito con uno sparuto numero di persone ed oggi diventato appuntamento partecipato da tante donne diverse, attive, pronte al dialogo. Il cerchio delle donne raccoglie un lavoro di preparazione insieme a chi lo conduce e parte proprio dalla parola per esprimere emozioni, opinioni, stati d’animo. Credi che questa possa essere una strada giusta per arrivare alle donne?
R: Sono molto orgogliosa di far parte di Soniboni, l’attenzione verso determinati argomenti è sempre stata molto alta e qui mi sono sentita da subito a casa.
Il cerchio delle donne per me è una strada da percorrere e ripercorrere, non sono percorsi facili questo è sicuro, le resistenze sono molte ma la voglia di andare oltre gli schemi e pensare in cerchio per trovare nuove vie è una cosa bellissima. L’energia che si crea in tali occasioni è una cosa che sa di magico, il trovarsi tra donne a parlarsi, il guardarsi negli occhi e confrontarsi è fondamentale per una presa di coscienza di genere.
D: Concludendo, quale consiglio daresti ad una donna che si accorge di non essere rispettata, che ha paura di essere giudicata dai familiari se denuncia il proprio uomo e soprattutto cosa deve fare per trovare il centro di ascolto più vicino?
R: La prima cosa da fare è parlare, appunto. Spesso manca il confronto con altre, spesso ci si vergogna di quello che sta accadendo; il parlare con chi lavora con queste tematiche può fare la differenza e spesso “salva” la vita.
Nella provincia di Lecce ci sono molti sportelli di ascolto per donne che vivono momenti di difficoltà, rivolgersi a uno di questi è la prima cosa da fare.
La rete dei centri antiviolenza SanFra ha un numero attivo h24 (328.8212906) a cui si può fare riferimento in qualsiasi momento e a cui si può chiamare per avere una serie di informazioni ed eventualmente per prendere un appuntamento nella sede più vicina. Tutto quello che succede in questi luoghi di ascolto e aiuto è in forma gratuita e anonima, la privacy e la tutela della donna sono sempre al centro, le operatrici che ci lavorano sono altamente qualificate e formate per affrontare le più svariate situazioni e pronte ad aiutare le donne.
Ricordiamoci che non siamo sole, esiste sempre un modo per uscirne.
Cliccando su questo link potete trovare gli indirizzi, numeri di telefono e orari di apertura dei Centri Antiviolenza (CAV) della provincia di Lecce.
Enza Miceli è una socia dell’ass.ne Soniboni ed è un’operatrice per la rete dei Centri Antiviolenza San Fra
Ringraziamo di cuore Enza Miceli che ha risposto ad alcune domande importanti per riflettere su questa ricorrenza. L’associazione Soniboni non ha voluto organizzare nulla per questa data, ma vi regala questo bellissimo contributo di Enza. L’8 marzo a Soniboni è ogni volta che ci vediamo all’interno del nostro Cerchio delle Donne, ogni volta che apriamo Soniboni e apriamo la porta alle donne e per costruire insieme nuovi linguaggi contro ogni differenza di genere.